Ricevo sempre più spesso email di persone interessate ad alloggiarsi in un appartamento anzichè in un albergo o ostello. D’altronde, basta solo dare un’occhiata a Venere per rendersi conto di quanto il numero di strutture prenotabili attraverso questo sito sia cresciuto negli ultimi tempi. In un anno se ne sono aggiunte quasi un centinaio. A questi appartamenti, ovviamente a norma di legge, bisogna aggiungere gli altri appartamenti legali che non usano un canale commissionabile (di solito hanno un sito proprio) e soprattutto il numero imprecisabile di appartamenti illegali, pirata o patera (dal nome della zattera usata dagli immigrati africani per raggiungere la costa spagnola), di cui parlava tre mesi fa un articolo di El País.
L’aumento esponenziale della domanda turistica a Barcellona ha stimolato la proliferazione di questo tipo di alloggio in tutta la città, portando con sè un vero e proprio sconvolgimento nella vita dei quartieri (Barceloneta e Gotic su tutti). Il turista inglese, paonazzo di sole e di birra, che non riesce ad aprire la porta dell’appartamento e fa i suoi bisogni sul pianerottolo delle scale è il simbolo, nell’immaginario cittadino, di questo sgradito benchè fugace vicino di casa.
E sono proprio i vicini di casa che non ne possono più e che chiamano la polizia al primo sentore di festicciola. Sono gli stessi che fino a poco tempo fa dovevano fronteggiare, di giorno, le estenuanti offerte delle agenzie immobiliari per le loro case. Oggi il boom speculativo pare essersi leggermente sgonfiato ma gli appartamenti turistici sono sempre pieni.
In freddi termini razionali l’appartamento conviene solo per pernottamenti di almeno tre notti, dato che in questo modo si ammortizzano (anche se il cliente non ne è consapevole) i costi fissi della pulizia e della consegna delle chiavi. In termini meno tangibili bisogna mettere sulla bilancia la discrezione e l’intimità di un appartamento con la possibile ostilità dei dirimpettai. Lo dico per i tipi sensibili… Un fattore meno importante di quanto si possa pensare è quello della qualità dell’alloggio, che bene o male raggiunge standard accettabili se la struttura sceglie la legalità.
Va comunque tenuto presente che il freddo a Barcellona è una novità degli ultimi anni e che le case non sono quasi mai provviste di riscaldamento. (Il freddo che ho patito da queste parti a Bergamo sarebbe stato inconcepibile!). Preparatevi quindi a fare uso di stufette o nel migliore dei casi a scontrarvi con una specie di boiler incastrato nel soffitto dal quale dovrebbe uscire aria calda o condizionata, a seconda della stagione.
Agli amanti del “fattore cucina” ricordo che esistono alcuni alberghi, chiamati Aparthotel, le cui camere sono dotate di cucina o di angolo cottura e che hanno tutte le comodità di un normale hotel. Il miglior aparthotel cittadino è il Mariano Cubì, nel quartiere di Gracia, dove i clienti vengono accolti con un calice di cava (spumante locale) e che costa intorno ai 90-100 euro a notte.
In questi giorni nei quali gli alberghi hanno prezzi assolutamente stracciati affittare un appartamento è probabilmente un’assurdità, ma questi periodi durano poco. Con la primavera precoce a cui siamo già abituati riprenderà il flusso delle anglosassoni nubili che smettono di esserlo, in compagnia delle loro mamme e delle loro amiche bionde, vestite coi tacchi alti e con le corna di peluche in testa. I loro corrispondenti uomini, sempre più attempati, anche loro in gruppo. Le famiglie italiane con la primogenita dibattuta tra Gaudì e Berska. Le immancabili coppiette. Le immancabili terne di coppiette, con i tre uomini tristi, orfani di Playstation. Le scolaresche che intonano il nome della loro città. I viaggiatori solitari che annotano le loro emozioni catalane su un diario appena iniziato.
Come dire… mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già.
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